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Attività

Fuocoammare

Gianfranco Rosi, Orso D Oro per il miglior film al 66°Festival di Berlino.

Ore 17.00 ingresso libero

“Fuocoammare” sembra fatto dei quattro elementi primigeni. La terra: poco più che uno scoglio, al largo dell’Africa. L’aria: un cielo nuvoloso e invernale, foriero di pioggia. Il fuoco: quello del titolo ossimorico, quello delle guerre. E l’acqua del mare. Quel Mediterraneo che è stato sin dagli albori delle civiltà luogo di incontro e di scambi, via da percorrere carichi di merci. E che negli ultimi anni è diventato il cimitero di oltre quindicimila persone in fuga dalle loro terre. Samuele, come tutti i bambini, spara con un fucile immaginario fra le braccia. Ma ha braccia e occhi allenati anche per altri gesti di guerra. Costruisce fionde per abbattere gli uccelli. Creature senza terra, libere, che appartengono all’aria. Il dottor Bartolo gli diagnostica un occhio pigro, il sinistro: quello che chiude per mirare con la fionda. Samuele deve adesso tenere coperto l’occhio destro, e la mira ne risente, non riesce più a colpire i bersagli. Il fuoco a mare non è naturale. E’ l’uomo ad avercelo portato. Tocca riconquistare il mare. Rifarne luogo di incontro e di pace. Pregano cantando, i migranti giunti a Lampedusa; rievocano la loro odissea. L’ecatombe ha avuto inizio ben prima che alcuni di loro finissero i propri giorni in fondo al Mediterraneo, o ammassati in una stiva senz’aria, pregna di nafta. Molti sono morti nella traversata del deserto del Sahara. Altri nelle prigioni libiche. Il deserto, luogo insidiosissimo da attraversare, è stato da sempre il limite delle civiltà mediterranee. Il mare al contrario è stato un ponte, una strada naturale, facile da navigare. Oggi questa differenza pare annullata. Il mare è diventato un confine, insidioso quanto il deserto.”( Stefano Santoli)